Dal mare al parco dell'Isalo

(giorni 14,15)

Il soggiorno balneare ci ha rammolliti: per tornare a Tulear decidiamo di dividere un taxi (fuoristrada) con il proprietario del nostro albergo.  Da Tulear ritroviamo però il nostro taxi-brousse, che ci riporta indietro verso nord fino a Ranohira, porta di accesso al parco dell'Isalo (pron. isciàl). L'Isalo è un massiccio non molto alto ma esteso, che emerge dalla savana circostante con curiose formazioni rocciose. E' fatto di arenaria, come la Monument Valley per intenderci. Arriviamo nel tardo pomeriggio, ancora in tempo per fare qualcosa, e dopo varie trattative ci accordiamo con una guida su un percorso piedi + auto per il giorno dopo.

La sera stessa invece ci facciamo portare alla finestra dell'Isalo, una roccia bucata dove i turisti fanno le foto al tramonto, e dove noi ci arrampicheremo sulle rocce per vedere cosa c'è dall'altra parte.

 

La nostra escursione ci porterà alla scoperta di questo universo minerale ma anche di valloni nascosti, piscine naturali, cascate e giardini di cui non si sospetterebbe l'esistenza.

 

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Poco dopo Tulear c'è un camion rovesciato

(ne abbiamo incontrati diversi lungo il viaggio)

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una gru si accinge a raddrizzarlo per sgomberare
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fatto!
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le roccie dell'Isalo
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industrial art
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il nostro albergo (chez Alice)
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e la nostra camera
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sotto la finestra
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toh guarda, siamo in tre a fare la vacanza

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pianta chiamata "piede d'elefante",

conserva acqua nel gambo a zampogna

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più in alto non si va
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sveglia all'alba
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chiesa scoperchiata dal ciclone "Ivan" (2008)

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la nostra guida è un giovane molto serio, però

la sera l'abbiamo incontrato ubriaco (se ne è

scusato confessandoci che è il suo compleanno)

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giardino botanico
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i "Bara" sono l'etnia di questa zona, fanno

sepolcri provvisori (questo), poi inumano le

le ossa per trasferirle in tombe inaccessibili

in mezzo a pareti rocciose

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trovate l'insetto stecco (phasme)
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dai, è facile (gli manca una zampa)
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piscina naturale
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fresca a invitante
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in acqua!
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continua: Isalo 

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